L’emendamento Raimondo 76.07, recentemente presentato alla Camera dei Deputati, prevede l’introduzione di una tassa del 10% per chi continua a utilizzare connessioni internet basate sulla vecchia tecnologia in rame, come l’ADSL. Questo provvedimento mira ad accelerare la transizione verso la fibra ottica, incentivando la dismissione delle obsolete infrastrutture in rame. Tuttavia, l’iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto da parte degli operatori del settore e delle associazioni di categoria.
L’emendamento e i suoi obiettivi
L’emendamento proposto dal deputato Fabio Carmine Raimondo di Fratelli d’Italia si inserisce nel quadro delle politiche volte a promuovere la digitalizzazione in Italia. La tassa del 10% sulle connessioni in rame servirebbe a creare un fondo destinato a:
- Potenziare le reti FTTH (Fiber to the Home).
- Sostenere la migrazione verso infrastrutture di nuova generazione.
- Raggiungere gli obiettivi europei fissati dal Digital Compass entro il 2030.
Secondo i promotori dell’emendamento, l’obsolescenza delle reti in rame rappresenta un ostacolo alla crescita tecnologica del Paese. La fibra ottica garantisce infatti velocità di trasmissione superiori, maggiore affidabilità e un minore impatto ambientale grazie alla riduzione dei consumi energetici.
Critiche e sfide del settore
L’Associazione Italiana Internet Provider (Aiip) ha espresso forti perplessità sull’emendamento. Secondo l’organizzazione, il provvedimento presenta diversi punti critici:
- Impatto sul mercato: Il fondo creato dalla tassa potrebbe favorire un unico operatore dominante, rischiando di compromettere la concorrenza.
- Carenza di manodopera: La realizzazione delle infrastrutture in fibra ottica è rallentata dalla mancanza di tecnici qualificati.
- Costi operativi: La migrazione dalle reti in rame comporta costi elevati per gli operatori e i consumatori.
Inoltre, l’Aiip sottolinea l’importanza delle connessioni in rame per alcune applicazioni specifiche, come i sistemi di backup di emergenza utilizzati da imprese e pubbliche amministrazioni.
La situazione attuale
Secondo i dati forniti da Agcom a giugno 2023, la copertura delle tecnologie FTTH in Italia è ancora limitata.
Tecnologia | Copertura (%) | Velocità media (Mbps) | Note |
---|---|---|---|
FTTH (Fiber to the Home) | 29.6% | >1.000 | Copertura limitata alle aree urbane principali. |
FTTC (Fiber to the Cabinet) | 48.7% | 100-200 | Disponibile nelle aree semi-urbane. |
ADSL (Rame) | 70.4% | <20 | Predominante nelle aree rurali e meno servite. |
Nonostante i progressi degli ultimi anni, la stragrande maggioranza degli utenti italiani continua a utilizzare connessioni basate su rame, evidenziando l’urgenza di interventi strutturali.
Il ruolo dell’Unione Europea
La spinta verso la fibra ottica non è solo una questione nazionale. L’Unione Europea, attraverso il Programma Strategico per il Decennio Digitale, ha fissato obiettivi ambiziosi per tutti gli Stati membri:
- Copertura universale di reti a banda ultralarga entro il 2030.
- Velocità minima garantita di 1 Gbps per tutti i cittadini.
- Riduzione delle emissioni di CO₂ delle infrastrutture di rete.
Cosa prevede il futuro
L’approvazione dell’emendamento Raimondo potrebbe portare a una significativa accelerazione del processo di dismissione delle reti in rame. Tuttavia, sarà fondamentale:
- Pianificare una migrazione graduale, evitando disservizi per i consumatori.
- Incentivare la formazione di tecnici specializzati per sostenere la domanda di manodopera.
- Garantire che il fondo creato dalla tassa sia utilizzato in modo equo e trasparente.
Conclusione
La proposta di introdurre una tassa del 10% sulle connessioni in rame rappresenta un passo deciso verso la digitalizzazione del Paese. Tuttavia, per evitare effetti collaterali negativi, sarà necessario affrontare le sfide legate alla transizione tecnologica con una strategia ben definita e inclusiva.
Nota finale:
In qualità di affiliati Amazon, riceviamo un guadagno dagli acquisti idonei effettuati tramite i link presenti sul nostro sito.