Le controversie tra Spotify e Apple riguardo alle nuove modifiche allo store in Europa hanno portato alla luce tensioni preesistenti. Secondo Spotify, le riforme di Apple, annunciate come conformi al Digital Markets Act (DMA), sono considerate una farsa. La principale fonte di discordia è la nuova commissione di 0,50 euro, definita da Spotify come un’extorsione.
La disputa è emersa nonostante le speranze di Spotify di evitare commissioni sugli abbonamenti utente. L’azienda svedese afferma che le riforme perpetuano il monopolio di Apple nel settore delle app, nonostante le precedenti richieste di intervento da parte della Commissione europea.
La tassa, denominata Core Technology Fee, è applicata a ogni primo download annuale da App Store o store alternativo. Spotify critica questa mossa, sostenendo che costringerà gli sviluppatori a evitare gli store alternativi. La controversa fee si estende anche agli aggiornamenti e alle installazioni di store alternativi, complicando la vita degli sviluppatori di app gratuite popolari.
Infine, la tassa del 17% sui pagamenti di terze parti in-app si aggiunge alla lista delle preoccupazioni degli sviluppatori. In conclusione, la questione solleva dubbi sulla reale efficacia del Digital Markets Act nel ridurre il monopolio di Apple nello spazio delle app.