TikTok, la popolare piattaforma di condivisione di video, ha sollevato un’importante questione legale contro il governo degli Stati Uniti. A fine aprile, l’azienda ha presentato una denuncia per contestare la costituzionalità di una legge che impone la vendita dell’app entro un periodo di nove mesi.
La legge in questione, conosciuta come Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, è stata firmata dal Presidente Biden il 24 aprile e impone a ByteDance, la società madre di TikTok, di cedere il controllo della piattaforma entro 270 giorni, con la possibilità di estendere il termine di altri 90 giorni se il processo di vendita è già in corso. In caso di mancato rispetto dei termini, Apple e Google sarebbero tenuti a rimuovere l’app dai rispettivi store.
La denuncia di TikTok sostiene che questa legge rappresenta una violazione dei diritti costituzionali garantiti dal Primo Emendamento degli Stati Uniti. L’azienda cinese afferma di non avere alternative realistiche alla vendita di TikTok e che questa mossa costringerebbe oltre 170 milioni di utenti statunitensi a perdere l’accesso alla piattaforma. Inoltre, TikTok afferma che il governo non ha fornito prove sufficienti del presunto legame tra ByteDance e il Partito Comunista Cinese.
La denuncia cerca di ottenere una dichiarazione di incostituzionalità della legge e di bloccarne l’applicazione. TikTok sostiene di aver già investito considerevoli risorse per garantire la sicurezza dei dati degli utenti negli Stati Uniti e di aver stipulato accordi con società come Oracle per mantenere i dati degli utenti americani su server locali.
Questo caso segna l’ultimo sviluppo in una serie di controversie legali tra TikTok e il governo degli Stati Uniti. La questione solleva importanti interrogativi sulle libertà di espressione e sui diritti digitali in un’era in cui le piattaforme sociali giocano un ruolo sempre più centrale nella vita quotidiana delle persone.