Gli attacchi mirati tramite supply chain attack sono una delle armi più sofisticate nell’arsenale delle agenzie di intelligence, e il Mossad ha dimostrato la sua capacità di sfruttare questa tecnica su scala globale. L’ultimo esempio eclatante riguarda i cercapersone AR924 utilizzati da Hezbollah, che sono stati sabotati in modo tale da esplodere tramite un semplice messaggio. Ma come è stato possibile? Quali rischi pone questa tecnica per altri dispositivi come i cellulari?
I dettagli dell’attacco
Secondo fonti del New York Times, l’esplosione simultanea dei cercapersone AR924 è stata il risultato di un’operazione congiunta del Mossad e dell’esercito israeliano. Il modello AR924, prodotto dall’azienda Gold Apollo con sede a Taiwan, è stato utilizzato in diverse operazioni da Hezbollah. Tuttavia, la fonte precisa che i cercapersone coinvolti erano in realtà prodotti in Europa da un’azienda con licenza per l’uso del marchio.
Il sabotaggio sarebbe avvenuto lungo la catena di fornitura dei dispositivi, durante il quale gli apparecchi sono stati modificati per includere una carica esplosiva. L’attivazione di queste cariche è stata fatta tramite un sms, inviato simultaneamente a tutti i dispositivi coinvolti. Questa tecnica solleva non solo preoccupazioni per i cercapersone ma anche per i cellulari, che potrebbero essere vulnerabili ad attacchi simili.
Supply Chain Attack: una tecnica pericolosa
Secondo gli esperti, l’operazione rappresenta un classico esempio di supply chain attack, una modalità che consente di introdurre componenti malevoli o esplosivi in un prodotto durante una delle fasi della sua produzione o distribuzione. Stefano Zanero, professore di computer security al Politecnico di Milano, spiega che questo tipo di attacco si verifica quando un dispositivo viene manomesso prima di raggiungere il cliente finale. Nel caso dei cercapersone AR924, gli esplosivi sarebbero stati inseriti durante la produzione o distribuzione.
Dettagli tecnici dell’operazione |
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Modello dei cercapersone: AR924 |
Produttore ufficiale: Gold Apollo, Taiwan |
Produttore reale: Azienda europea licenziataria |
Modalità di attivazione: SMS inviato ai dispositivi |
Esplosivo: Posizionato vicino alla batteria |
Hezbollah e l’inchiesta sui dispositivi
La leadership di Hezbollah ha subito puntato il dito contro gli intermediari egiziani che hanno gestito l’acquisto dei cercapersone. Questi dispositivi, pensati per eludere il tracciamento, sono stati scelti per la loro capacità di mantenere un basso profilo rispetto ai cellulari. Tuttavia, la presenza di esplosivi all’interno suggerisce che il Mossad sia riuscito a penetrare nella catena di fornitura, mettendo a segno un colpo devastante contro la rete di comunicazione dell’organizzazione.
I rischi per i telefoni cellulari
Gli esperti di sicurezza temono che questa tecnica possa essere replicata su dispositivi di uso comune come i cellulari. Anche se le batterie al litio presenti nei telefoni possono esplodere in condizioni estreme di surriscaldamento, è improbabile che causino danni significativi senza l’introduzione di un esplosivo apposito. Secondo Paolo Del Checco, consulente informatico forense, un attacco mirato sui cellulari potrebbe essere realizzato solo predisponendo appositamente i dispositivi per esplodere.
Dispositivi vulnerabili potenziali |
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Telefoni cellulari |
Dispositivi IoT |
Auto elettriche |
Monopattini elettrici |
I precedenti storici
L’uso di dispositivi esplosivi per colpire obiettivi mirati non è una novità per il Mossad. Già nel 1972, l’agenzia fu responsabile della morte di Mahmud Hamshari, rappresentante dell’OLP in Francia, che fu ucciso dalla detonazione del suo telefono. Analogamente, nel 1996, Yahya Ayyash, membro di Hamas, perse la vita quando una carica esplosiva nascosta nel suo cellulare fu attivata a distanza.
La reazione di Hezbollah
Hezbollah si è trovata in una posizione delicata, con la sua rete di comunicazioni gravemente compromessa. L’organizzazione ha perso alcuni dei suoi membri di spicco, e secondo fonti libanesi, la catena di comando e controllo è stata seriamente indebolita. Questo attacco rappresenta una minaccia significativa per le future operazioni dell’organizzazione.
Le implicazioni per la sicurezza globale
L’incidente solleva questioni importanti riguardanti la sicurezza dei dispositivi elettronici in generale. Se un’organizzazione come Hezbollah può essere colpita attraverso la manipolazione della catena di fornitura, quali altri attori potrebbero essere a rischio? Le implicazioni vanno ben oltre il Medio Oriente, e pongono nuove sfide per la sicurezza informatica e la protezione dei dispositivi personali.
Conclusione
Il sabotaggio dei cercapersone AR924 di Hezbollah rappresenta un’evoluzione preoccupante nelle tattiche di guerra cibernetica e fisica. La possibilità che dispositivi comuni come i cellulari possano essere utilizzati per attacchi simili è un monito per governi e privati. La sicurezza di queste tecnologie deve essere una priorità, poiché le minacce si fanno sempre più sofisticate.
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