La denuncia presentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Apple ha scosso il mondo della tecnologia, sollevando diverse questioni riguardo alle pratiche aziendali nel mercato mobile. Con un documento dettagliato di 88 pagine, il DOJ e 16 stati accusano Apple di violare la sezione 2 dello Sherman Act, una legge antitrust che proibisce monopoli e cartelli.
Secondo la denuncia, Apple avrebbe mantenuto un monopolio illegale nel mercato degli smartphone attraverso una serie di pratiche sleali che hanno danneggiato consumatori, sviluppatori, e aziende concorrenti. Una delle accuse principali riguarda il blocco delle “Super App innovative”, applicazioni che offrono una vasta gamma di servizi all’interno di una singola piattaforma. Questo, sostiene il DOJ, avrebbe impedito la crescita di app concorrenti, rendendo più difficile per i consumatori passare da una piattaforma all’altra.
Inoltre, Apple è stata accusata di sopprimere i servizi di cloud streaming che consentono ai consumatori di accedere a giochi e applicazioni basate sul cloud, escludere le app di messaggistica multipiattaforma per limitare la concorrenza e di limitare le funzionalità degli smartwatch non Apple per favorire l’adozione dell’Apple Watch.
Al centro della denuncia c’è anche il tema dei wallet digitali di terze parti, con Apple che avrebbe impedito alle app di offrire funzionalità tap-to-pay, limitando così la concorrenza nel settore dei pagamenti digitali. Queste accuse rappresentano solo alcuni degli aspetti contestati dalla denuncia, che mette in discussione diversi aspetti delle politiche aziendali di Apple nel mercato mobile.
Il confronto legale che si preannuncia potrebbe protrarsi per diversi anni, con entrambe le parti che probabilmente presenteranno appelli in caso di sconfitta. Nel frattempo, l’industria tecnologica rimane in attesa di vedere come si evolveranno le vicende giudiziarie e quali saranno le implicazioni per il futuro del mercato mobile.
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