La recente decisione di DAZN di aumentare i prezzi degli abbonamenti ha suscitato reazioni da parte di vari attori, inclusi politici e associazioni dei consumatori. Alcuni senatori del Partito Democratico hanno sollevato la questione in Senato attraverso un’interrogazione rivolta al governo.
Lorenzo Basso, esponente del PD, è stato il primo firmatario di questa interrogazione, che conta il sostegno di altri 22 senatori del partito. Nel documento, si chiede al governo di intervenire per tutelare i consumatori di fronte all’aumento dei costi dell’abbonamento Plus di DAZN, che è stato portato da 539,00 a 599,00 euro al mese.
La discussione in Senato ha sollevato una serie di punti critici riguardo alla politica di prezzo di DAZN e alla sua conformità con le leggi vigenti. Viene citata la legge n. 93 del 14 luglio 2023 e il regolamento dell’AGCOM, che mirano a contrastare lo streaming pirata tramite piattaforme come Piracy Shield. Tuttavia, nonostante i presunti vantaggi ottenuti da DAZN da tali normative, i senatori sottolineano che l’azienda ha deciso di aumentare i prezzi senza un chiaro miglioramento dei servizi offerti agli utenti.
Questa mossa è stata interpretata come un’azione lesiva nei confronti dei consumatori e ha sollevato preoccupazioni riguardo alla condotta di DAZN sul mercato. Si chiede quindi al governo di valutare la situazione e di intervenire per ripristinare condizioni di concorrenza nel settore dei diritti televisivi legati alla trasmissione delle partite di calcio della Serie A. DAZN, operando in una situazione che si avvicina a un monopolio, secondo i senatori, avrebbe adottato una condotta che danneggia i diritti dei consumatori.
Oltre all’interrogazione del PD, anche il Codacons ha preso posizione presentando un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per presunto abuso di posizione dominante da parte di DAZN. Questo aumento degli abbonamenti ha infiammato il dibattito pubblico e sollevato interrogativi sui meccanismi di regolamentazione del settore, mettendo in evidenza la complessità delle dinamiche tra aziende, consumatori e autorità di regolamentazione.
In questo contesto, il dibattito politico e pubblico si intensifica, con domande sul ruolo delle aziende e sulle responsabilità delle istituzioni nel garantire un equilibrio tra interessi commerciali e tutela dei consumatori. Resta da vedere quale sarà la risposta del governo e delle autorità di regolamentazione, e se ci saranno ulteriori sviluppi su questo fronte nei prossimi mesi.