La denuncia del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro Apple ha scatenato un dibattito intenso sulle pratiche anticoncorrenziali dell’azienda di Cupertino. Tuttavia, un’analisi attenta rivela che ci sono diversi punti deboli nella denuncia che potrebbero diventare un vantaggio per Apple nel lungo periodo.
Innanzitutto, la denuncia fa riferimento a pratiche che potrebbero non essere più rilevanti o che sono state già affrontate dall’azienda. Ad esempio, l’accusa riguarda le cosiddette “Super App”, ma Apple ha già rimosso alcune restrizioni ad esse legate, aprendo la strada a un maggiore utilizzo delle mini app all’interno delle Super App.
Inoltre, la denuncia menziona la mancanza di distribuzione delle app per il cloud gaming su iOS. Tuttavia, questa limitazione è stata rimossa di recente, dimostrando che Apple è disposta a modificare le proprie politiche quando necessario.
Alcune delle accuse sembrano anche basarsi su affermazioni discutibili. Ad esempio, si afferma che le politiche di Apple hanno contribuito all’abbandono di Windows Phone da parte di Microsoft e al fallimento del Fire Phone di Amazon, ma queste sono affermazioni prive di prove concrete.
Infine, la denuncia non sembra affrontare in modo esaustivo le questioni legate ai vincoli dell’App Store, che sono stati oggetto di critiche da parte di sviluppatori e regolatori. Questi vincoli sono stati rimossi in Europa grazie al Digital Markets Act, ma rimangono un punto di contesa in altre giurisdizioni.
In definitiva, mentre la denuncia solleva alcune questioni legittime riguardo alle pratiche di Apple, ci sono anche molti punti deboli che potrebbero indebolire la sua validità e favorire la difesa dell’azienda. Il processo che ne seguirà sarà probabilmente lungo e complesso, e potrebbe richiedere anni prima di giungere a una conclusione definitiva.