Google Chrome Rivoluziona la Cache Back/Forward: Prestazioni Migliorate o Rischi di Versioni Obsolete?
Attualmente, Google Chrome è uno dei browser più utilizzati al mondo, apprezzato per la sua velocità, stabilità e ricchezza di funzionalità. Tuttavia, ogni tanto è necessario apportare aggiornamenti e modifiche per garantire che il browser rimanga al passo con le esigenze degli utenti e offra prestazioni ottimali. Una delle aree che sta subendo alcune modifiche è la cache Back/Forward, comunemente nota come BFCache.
La cache Back/Forward è un componente cruciale di un browser web moderno. Essenzialmente, questa cache consente al browser di salvare le pagine visitate in modo che, quando un utente fa clic sui pulsanti Avanti o Indietro, la pagina possa essere ripristinata più velocemente senza dover essere completamente ricaricata. Ciò contribuisce a una navigazione più fluida e a un’esperienza utente migliorata.
Recentemente, Google Chrome ha annunciato modifiche in fase di test al comportamento della cache Back/Forward, mirando a migliorarne ulteriormente le prestazioni. Tuttavia, queste modifiche potrebbero anche sollevare alcune preoccupazioni tra gli sviluppatori web, in particolare per quanto riguarda la gestione delle versioni obsolete delle pagine.
L’aspetto principale di questa modifica è la decisione di ignorare l’intestazione “Cache-control: no-store” per quanto riguarda la memorizzazione nella BFCache. Attualmente, quando una pagina include questa intestazione, viene impedito il suo salvataggio nella cache Back/Forward. Con la modifica proposta, Google Chrome andrà oltre questa indicazione e consentirà la memorizzazione, migliorando così il ripristino delle pagine quando gli utenti navigano avanti e indietro.
Tuttavia, questa decisione non è priva di controversie. Alcuni sviluppatori ritengono che questo possa portare a situazioni in cui vengono ripristinate pagine obsolete, il che potrebbe causare problemi in termini di coerenza delle informazioni visualizzate agli utenti. Inoltre, la preoccupazione principale è che questa modifica potrebbe rendere più difficile per gli sviluppatori controllare le versioni delle pagine ripristinate, soprattutto se la pagina è stata precedentemente marcata come “no-store”.
Il rapporto tra YouTube e gli ad blocker è sempre stato oggetto di una sorta di “gioco del gatto con il topo”. YouTube ha dichiarato guerra agli ad blocker, cercando di impedire la riproduzione dei video quando vengono rilevate estensioni del browser che bloccano gli annunci. D’altro canto, gli sviluppatori di ad blocker cercano costantemente modi per eludere le misure implementate da YouTube.
Uno dei prossimi sviluppi che potrebbe dare un vantaggio a YouTube in questa “battaglia” è l’introduzione dello standard Manifest V3. Con questo standard, previsto per giugno 2024, verranno apportate modifiche sostanziali alla gestione
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