La questione principale sollevata nella causa legale era la mancanza di trasparenza da parte di Google riguardo alla natura dei dati raccolti, inclusi gli indirizzi dei siti web visitati, mentre gli utenti credevano erroneamente che Chrome non raccogliesse alcuna informazione in modalità Incognito.
L’accordo legale stipulato è stato presentato in tribunale e prevede diverse misure per migliorare la trasparenza e la privacy degli utenti. Tra queste, Google si impegna a evidenziare chiaramente il tipo di dati raccolti durante la navigazione in modalità Incognito di Chrome. Inoltre, sarà introdotta un’opzione per disabilitare i cookie di terze parti con un semplice clic, rendendo più facile per gli utenti gestire le proprie preferenze sulla privacy.
Nonostante l’accordo, non sono ancora stati definiti gli indennizzi per coloro che hanno aderito alla class action, anche se viene garantito il diritto di presentare reclami, almeno negli Stati Uniti. Attualmente, sono circa 50 le persone che hanno scelto di farlo in California, ma questo numero potrebbe aumentare man mano che la notizia si diffonde e altri utenti diventano consapevoli della possibilità di richiedere un risarcimento.
José Castañeda, portavoce di Google, ha dichiarato che l’azienda è lieta di poter eliminare i dati tecnici non autorizzati e ha sottolineato che tali informazioni non sono mai state associate a utenti specifici. In altre parole, Google sostiene che le cause intentate individualmente non abbiano fondamento.
Secondo gli avvocati che hanno promosso la causa legale, la pratica di tracciamento oggetto della causa sarebbe iniziata nel giugno 2016. Tuttavia, Google non ha fornito dettagli specifici su quando esattamente iniziò la raccolta di dati non autorizzata e su come tali informazioni siano state utilizzate.
In ogni caso, questo accordo legale è un passo significativo verso una maggiore trasparenza e controllo della privacy per gli utenti di Chrome, specialmente durante l’utilizzo della modalità Incognito. Resta da vedere come Google implementerà le nuove misure e se queste saranno sufficienti a soddisfare le preoccupazioni degli utenti riguardo alla loro privacy online.
Google ha recentemente annunciato una mossa significativa per risolvere una causa legale che lo riguarda, in merito alla raccolta di dati durante l’utilizzo della modalità Incognito di Chrome. In risposta a una class action avviata nel 2020, l’azienda ha accettato di distruggere i dati degli utenti raccolti senza il loro esplicito consenso durante la navigazione in modalità Incognito.
La questione principale sollevata nella causa legale era la mancanza di trasparenza da parte di Google riguardo alla natura dei dati raccolti, inclusi gli indirizzi dei siti web visitati, mentre gli utenti credevano erroneamente che Chrome non raccogliesse alcuna informazione in modalità Incognito.
L’accordo legale stipulato è stato presentato in tribunale e prevede diverse misure per migliorare la trasparenza e la privacy degli utenti. Tra queste, Google si impegna a evidenziare chiaramente il tipo di dati raccolti durante la navigazione in modalità Incognito di Chrome. Inoltre, sarà introdotta un’opzione per disabilitare i cookie di terze parti con un semplice clic, rendendo più facile per gli utenti gestire le proprie preferenze sulla privacy.
Nonostante l’accordo, non sono ancora stati definiti gli indennizzi per coloro che hanno aderito alla class action, anche se viene garantito il diritto di presentare reclami, almeno negli Stati Uniti. Attualmente, sono circa 50 le persone che hanno scelto di farlo in California, ma questo numero potrebbe aumentare man mano che la notizia si diffonde e altri utenti diventano consapevoli della possibilità di richiedere un risarcimento.
José Castañeda, portavoce di Google, ha dichiarato che l’azienda è lieta di poter eliminare i dati tecnici non autorizzati e ha sottolineato che tali informazioni non sono mai state associate a utenti specifici. In altre parole, Google sostiene che le cause intentate individualmente non abbiano fondamento.
Secondo gli avvocati che hanno promosso la causa legale, la pratica di tracciamento oggetto della causa sarebbe iniziata nel giugno 2016. Tuttavia, Google non ha fornito dettagli specifici su quando esattamente iniziò la raccolta di dati non autorizzata e su come tali informazioni siano state utilizzate.
In ogni caso, questo accordo legale è un passo significativo verso una maggiore trasparenza e controllo della privacy per gli utenti di Chrome, specialmente durante l’utilizzo della modalità Incognito. Resta da vedere come Google implementerà le nuove misure e se queste saranno sufficienti a soddisfare le preoccupazioni degli utenti riguardo alla loro privacy online.