Il mondo della VPN (Virtual Private Network) è in costante evoluzione, con molte aziende che offrono soluzioni per la privacy online. Tuttavia, Google ha deciso di chiudere un capitolo della sua offerta di servizi con l’annuncio dell’abbandono della VPN integrata in Google One.
L’integrazione della VPN in Google One era stata inizialmente accolta con interesse quando è stata lanciata nell’ottobre 2020. Inizialmente riservata agli abbonati ai piani più costosi, è stata poi estesa a tutti i piani, incluso quello Basic, rendendola accessibile a una vasta gamma di utenti.
Tuttavia, nonostante l’iniziale entusiasmo, sembra che la VPN di Google One non abbia ottenuto l’adozione prevista. Secondo quanto dichiarato da Google, il servizio non è stato utilizzato abbastanza per giustificarne il mantenimento. Di conseguenza, l’azienda ha deciso di interromperne il supporto e di concentrare le risorse su altre funzionalità del servizio Google One che godono di una maggiore popolarità e utilizzo.
Gli utenti abbonati a Google One che hanno sfruttato la VPN integrata dovranno ora cercare alternative per proteggere la propria privacy online. Google ha dichiarato che fornirà consigli su soluzioni di terze parti da considerare, aiutando così gli utenti a trovare la migliore VPN per le proprie esigenze.
Questa decisione di Google arriva in un momento in cui la concorrenza nel settore delle VPN è particolarmente accesa, con molte altre aziende che offrono servizi simili con una vasta gamma di funzionalità e prezzi. La chiusura della VPN di Google One potrebbe quindi spingere gli utenti a esplorare altre opzioni disponibili sul mercato.
È interessante notare che l’abbandono della VPN integrata in Google One non riguarda la VPN gratuita riservata agli smartphone Pixel, introdotta nel 2022 e garantita per cinque anni dal lancio dei dispositivi. Lo stesso vale per quella integrata nel servizio Google Fi.
In ultima analisi, la decisione di Google di interrompere il supporto alla VPN di Google One evidenzia l’importanza dell’adozione e dell’utilizzo effettivo dei servizi da parte degli utenti. Se un servizio non viene utilizzato abbastanza, anche un colosso come Google può decidere di abbandonarlo per concentrarsi su altre aree che offrono un maggior valore agli utenti.
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