L’accordo da 700 milioni di dollari tra Google e i procuratori statali chiude il caso antitrust sul Play Store, ma solleva dubbi sulla reale concorrenza
L’accordo raggiunto tra Google e i procuratori generali di 37 Stati per porre fine al caso antitrust del Play Store ha portato alla decisione di un pagamento di 700 milioni di dollari. Questo accordo è il risultato di una denuncia presentata oltre due anni fa, che ha sollevato preoccupazioni riguardo all’abuso di potere dominante da parte di Google nella distribuzione delle app Android e nei pagamenti in-app.
La denuncia antitrust aveva sottolineato analoghe problematiche a quelle emerse nel caso legale tra Google ed Epic Games, conclusosi con la vittoria di quest’ultima. L’accordo, formalizzato nel mese di settembre con la partecipazione di procuratori di tutti e 50 gli Stati, è stato recentemente reso pubblico da Google, che ha fornito alcuni dettagli chiave dell’accordo.
Secondo quanto dichiarato da Google, l’azienda ha sempre permesso l’installazione di app store alternativi su dispositivi Android. In virtù di questo accordo, questa opzione sarà garantita agli Original Equipment Manufacturer (OEM) per almeno 5 anni. Al fine di promuovere ulteriormente la concorrenza, verranno semplificate le procedure di installazione delle app provenienti da store di terze parti e il sideloading, una pratica che consente agli utenti di installare app al di fuori del Play Store. Inoltre, Google si impegna a mostrare schermate meno invadenti durante il sideloading per garantire un’esperienza utente più fluida.
Un altro punto significativo dell’accordo riguarda gli sviluppatori, che potranno ora offrire un metodo di pagamento in-app alternativo, noto come “User Choice Billing”, accanto al metodo proprietario di Google Play Billing. Questa modifica consente agli sviluppatori di informare gli utenti sulla possibilità di utilizzare un metodo di pagamento esterno e di elencare chiaramente i vari prezzi all’interno dell’app.
In termini di riparazioni finanziarie, Google accetterà di pagare un totale di 700 milioni di dollari. Di questa somma, 629 milioni saranno destinati ai consumatori, 70 milioni andranno agli Stati e un milione coprirà le spese amministrative. Tuttavia, va notato che molte delle concessioni incluse nell’accordo hanno una durata limitata nel tempo.
Sebbene sembri che Google abbia ottenuto un accordo favorevole, è importante sottolineare che l’accordo non risolve completamente le preoccupazioni relative al presunto monopolio di Google e alle sue pratiche anticoncorrenziali. Infatti, Google manterrà la possibilità di riscuotere commissioni, anche nel caso in cui l’utente opti per l’uso di un metodo di pagamento alternativo.
Una delle preoccupazioni principali sollevate riguarda il fatto che Google continuerà a incassare una commissione del 26% sugli acquisti in-app, anche se viene utilizzato un metodo di pagamento alternativo. Questo fatto potrebbe indicare che, nonostante le modifiche apportate, l’accordo potrebbe non affrontare completamente il problema centrale delle pratiche anticoncorrenziali di Google.
Il giudice James Donato, già coinvolto nel processo tra Epic Games e Google, avrà l’ultima parola sull’approvazione dell’accordo entro l’8 febbraio 2024. Nel frattempo, si prevede che le decisioni sui rimedi imposti a Google saranno annunciate nella seconda settimana di gennaio 2024, per soddisfare le richieste di Epic Games.
La reazione di Epic Games all’accordo è stata critica, sottolineando che non si sono verificate sostanziali novità per gli sviluppatori e i consumatori. La mancanza di cambiamenti significativi solleva interrogativi sulla reale efficacia dell’accordo nel promuovere la concorrenza e nell’affrontare le pratiche anticoncorrenziali.
In conclusione, mentre l’accordo sembra rappresentare un passo avanti per risolvere le questioni legali riguardanti il Play Store, rimangono dubbi sulla sua efficacia nel promuovere una concorrenza equa e nell’assicurare che Google non abusi del suo potere dominante. La decisione del giudice Donato e le future azioni di Google saranno decisive per determinare l’impatto e la validità a lungo termine di questo accordo antitrust.