Nuove rivelazioni provenienti dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti mettono Google sotto i riflettori, questa volta per presunte pressioni esercitate su Samsung allo scopo di limitare la concorrenza nel settore degli smartphone Galaxy.
Il Caso in Esame
Il “processo dell’anno” che coinvolge Google, principalmente riguardante le pratiche del suo motore di ricerca, ora si estende anche a Samsung. Secondo Patrick Chang, un ex dirigente della divisione venture capital di Samsung Next, Google avrebbe influenzato le decisioni della società sudcoreana nel settore degli investimenti. Chang ha rivelato di aver suggerito l’integrazione dell’app Branch sugli smartphone Galaxy. Questa app innovativa cercava risposte agli input degli utenti all’interno delle app stesse, piuttosto che sul Web.
Le Pressioni da Parte di Google
Tuttavia, secondo Alexander Austin, creatore di Branch, il team si è ritrovato costretto a limitare le funzionalità dell’app solo alle applicazioni a causa delle pressioni da parte di Google. L’azienda di Mountain View avrebbe impedito a Samsung di integrare completamente Branch nei suoi prodotti. Anche importanti operatori statunitensi, inclusi AT&T, avrebbero consigliato a Samsung di seguire le indicazioni di Google.
Durante il controinterrogatorio, un avvocato di Google avrebbe cercato di giustificare queste azioni facendo riferimento a preoccupazioni sull’esperienza utente, sostenendo che l’app Branch avesse un’interfaccia non ottimale e risultati di ricerca imperfetti, scoraggiando quindi gli utenti dal cliccare sui link proposti.
Le Implicazioni
Queste nuove informazioni gettano ulteriori dubbi sulla lealtà della concorrenza nel settore tecnologico, sollevando interrogativi sulla libertà di scelta degli utenti e sulla concorrenza leale tra le aziende. Il caso in corso continuerà a mettere sotto la lente d’ingrandimento le pratiche commerciali di Google, creando un impatto potenziale sul futuro delle dinamiche di mercato nel mondo degli smartphone.