L’avvertimento del Commissario europeo per la concorrenza, Margrethe Vestager, ha sollevato interrogativi sulle pratiche di Apple e Meta in relazione al Digital Markets Act (DMA). La recente introduzione della Core Technology Fee da parte di Apple e dell’abbonamento proposto da Meta su Facebook e Instagram ha suscitato preoccupazioni sul rispetto delle normative antitrust.
La Core Technology Fee di Apple ha attirato critiche da parte di sviluppatori e aziende come Epic Games e Spotify. Questa commissione, di 0,50 euro per ogni prima installazione annuale di un’app che supera un milione di installazioni, è stata oggetto di contestazioni in quanto potrebbe scoraggiare gli sviluppatori dall’utilizzare altri store oltre all’App Store di Apple. La Vestager ha espresso preoccupazione sul fatto che tali politiche possano limitare le scelte degli utenti e violare le disposizioni del DMA.
Anche l’abbonamento proposto da Meta, che mira a evitare l’uso dei dati degli utenti per scopi pubblicitari, è stato messo sotto osservazione. La Vestager ha sottolineato l’importanza di esplorare diverse modalità di monetizzazione dei servizi offerti, ma ha evidenziato la necessità di valutare se le pratiche di Meta rispettino le normative del DMA.
Durante i workshop del marzo, sia Apple che Meta hanno difeso le proprie politiche, sostenendo che rispettano le disposizioni del DMA. Tuttavia, le richieste di intervento da parte di aziende come Spotify e le considerazioni sollevate dalla Commissario europeo hanno sollevato dubbi sulla conformità di tali pratiche alle normative antitrust europee.
La decisione su un’eventuale indagine formale sarà presa in base ai feedback delle parti interessate e all’analisi delle pratiche di Apple e Meta alla luce del DMA.