Phil Schiller, noto come Apple Fellow, ha sollevato importanti preoccupazioni in merito all’aumento dei rischi per la sicurezza derivanti dalle nuove regole imposte dal Digital Markets Act. A partire dal 7 marzo, gli utenti europei saranno autorizzati ad installare app store di terze parti e ad utilizzare metodi di pagamento alternativi su iOS. Pur presentando misure aggiuntive per garantire privacy e sicurezza, Schiller avverte che ci saranno inevitabili rischi per gli utenti.
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Con l’entrata in vigore di queste nuove disposizioni, gli app store di terze parti diventano una potenziale fonte di pericolo. Sebbene Apple stia implementando controlli automatici e manuali per verificare la sicurezza delle app esterne, Schiller ammette che questo processo sarà meno approfondito rispetto a quello eseguito sullo store ufficiale. Inoltre, non ci sarà alcun controllo sui contenuti delle app, aprendo la porta a possibili violazioni, come pornografia, disinformazione, deepfake, estremismo e streaming pirata.
L’App Tracking Transparency, seppur esteso alle app scaricate da store alternativi, avrà limitazioni. La condivisione degli acquisti e l’autorizzazione genitoriale per gli acquisti dei minori saranno esclusi. In caso di truffe o necessità di rimborso, gli utenti dovranno rivolgersi direttamente agli sviluppatori delle app, poiché Apple non si assumerà la responsabilità in questo contesto.
Nonostante questi sforzi per mitigare i rischi, rimane un punto critico: la Core Technology Fee. La commissione applicata agli sviluppatori europei, conformemente alle nuove norme, è stata oggetto di pesanti critiche da parte di giganti come Epic Games, Spotify, Microsoft e Meta. La controversia attorno a questo aspetto potrebbe essere cruciale nel definire il successo o l’insuccesso delle nuove direttive europee nel mondo degli app store.
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