“La scoperta del trolling su Threads mette in luce interrogativi cruciali su come affrontare la sicurezza e garantire la trasparenza nella fruizione della piattaforma.”
L’evoluzione delle dinamiche sociali e digitali ha portato alla creazione di nuove forme di espressione e interazione online. Tuttavia, con queste nuove possibilità emergono anche nuove sfide, e una di queste sembra manifestarsi su Threads, la piattaforma di messaggistica di Meta.
Da inizio mese, gli utenti di Threads hanno la possibilità di utilizzare tag nei loro post. A differenza di altri social network, il simbolo # non viene visualizzato, e le etichette possono contenere spazi. Questa apparente innocuità nasconde però una nuova forma di trolling, scoperta da una dipendente di Meta e confermata da vari utenti.
Il cuore di questa nuova pratica di trolling si basa sull’abilità di aggiungere tag senza hash, che, sebbene non vengano mostrati esplicitamente, possono essere inseriti nei post in modo ingannevole. Il processo è semplice: basta digitare il simbolo # (che rimarrà invisibile) o utilizzare il pulsante dedicato nella finestra di composizione del post. La frase successiva sarà automaticamente convertita in un link blu cliccabile, che potrebbe ingannare gli utenti non sospettosi.
Un esempio particolare di questo trolling è il “rickrolling”, una pratica che ha le sue radici nel classico scherzo online in cui un link promette contenuti interessanti ma, al cliccarlo, reindirizza il visitatore al video musicale di “Never Gonna Give You Up” di Rick Astley. In questo contesto, gli utenti di Threads potrebbero creare un post apparentemente lungo e interessante, aggiungendo il tag “Show more” alla fine. I follower che, ignari, cliccheranno sul link per vedere ulteriori contenuti, saranno invece sorpresi dal classico video di Rick Astley.
È importante sottolineare che, nonostante la natura scherzosa di queste azioni, possono sorgere considerazioni sulla trasparenza e sulla gestione delle aspettative degli utenti. L’uso di tag senza hash che non sono immediatamente visibili potrebbe ingannare gli utenti e sollevare interrogativi sulla sicurezza e sull’affidabilità delle informazioni condivise sulla piattaforma.
L’individuazione di questo “bug” è avvenuta a metà ottobre, quando la Commissione europea ha avviato un’indagine su X per valutare il rispetto del Digital Services Act. Tuttavia, è importante notare che il trolling su Threads sembra essere una pratica isolata e non correlata a problemi più ampi di conformità normativa.
Meta, la società madre di Threads, ha riconosciuto l’incidente e ha apportato alcune modifiche alla piattaforma per impedire il clic su questi tag ingannevoli. Le specifiche di queste modifiche non sono state rese pubbliche, ma il risultato è che il tag non è più cliccabile, mitigando così il rischio di rickrolling e altre forme di trolling simili.
Threads, introdotto solo da pochi giorni in Italia, ha suscitato l’interesse degli utenti che ora possono visualizzare i post pubblici senza la necessità di registrazione. Tuttavia, per scrivere o commentare, è richiesto l’accesso con un account Instagram. L’aspetto interessante di Threads è il suo potenziale futuro di interoperabilità con altre piattaforme decentralizzate, un piano annunciato da Adam Mosseri, il capo di Instagram.
La considerazione di Meta di rendere Threads compatibile con il cosiddetto “fediverso”, l’interoperabilità tra piattaforme decentralizzate, potrebbe rappresentare una svolta significativa nelle dinamiche delle piattaforme sociali. Ciò potrebbe creare un ecosistema più aperto e connesso, consentendo agli utenti di interagire e condividere contenuti su diverse piattaforme senza restrizioni e barriere.
In conclusione, mentre il trolling con i tag su Threads potrebbe sembrare un fenomeno isolato e relativamente innocuo, evidenzia l’importanza di considerare attentamente le funzionalità delle piattaforme digitali e il loro impatto sull’esperienza dell’utente. La risposta tempestiva di Meta nell’affrontare il problema suggerisce un impegno verso la sicurezza e la trasparenza della piattaforma. Resta da vedere come questa situazione influirà sullo sviluppo futuro di Threads e su come Meta affronterà eventuali sfide simili nella sua gamma di servizi digitali.