La Commissione europea ha annunciato di aver avviato un’indagine formale nei confronti di Meta, l’azienda dietro Facebook e Instagram, per verificare il rispetto del Digital Services Act (DSA). Questa mossa segue una serie di richieste di informazioni rivolte a Meta, evidenziando preoccupazioni riguardanti la gestione della disinformazione e delle inserzioni ingannevoli sulle piattaforme.
Secondo la Commissione europea, Meta potrebbe aver violato ben 13 articoli del Digital Services Act. Questi articoli coprono una vasta gamma di questioni, tra cui il contrasto alla disinformazione, la gestione delle inserzioni ingannevoli, e la trasparenza nei confronti dei contenuti politici. La Commissione ha espresso preoccupazione per il fatto che la politica di contenuti politici di Meta potrebbe non essere trasparente, e ha sollevato dubbi sulla modalità in cui vengono penalizzati i contenuti politici attraverso l’algoritmo dei suggerimenti.
Inoltre, Meta è accusata di non aver implementato efficacemente i meccanismi di segnalazione dei contenuti illegali e di non aver fornito un sistema adeguato per la gestione dei ricorsi contro le azioni di moderazione. La mancanza di un tool per il monitoraggio dei contenuti in tempo reale è stata vista come un’altra grave violazione, specialmente in vista delle prossime elezioni europee.
La chiusura annunciata di CrowdTangle, uno strumento utilizzato per monitorare i contenuti su Facebook, ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla trasparenza delle azioni di Meta. La Commissione ha concesso a Meta un breve periodo di tempo per fornire i necessari rimedi a queste violazioni, ma nel frattempo continuerà a raccogliere prove per sostenere il proprio caso.
Se Meta viene trovata colpevole di violazione del Digital Services Act, potrebbe essere soggetta a sanzioni fino al 6% delle sue entrate annuali globali. Meta ha risposto dichiarando di avere un processo ben consolidato per identificare e mitigare i rischi sulle proprie piattaforme, e si impegna a collaborare con la Commissione europea per risolvere le preoccupazioni sollevate.
L’indagine della Commissione europea su Meta è solo l’ultimo sviluppo nei crescenti sforzi per regolamentare le grandi piattaforme tecnologiche. La gestione della disinformazione e delle inserzioni ingannevoli è diventata una priorità per i regolatori in tutto il mondo, e l’indagine su Meta potrebbe avere conseguenze significative sul modo in cui le piattaforme sociali gestiscono i contenuti e la trasparenza.
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