TikTok, la popolare piattaforma di social media di proprietà di ByteDance, si trova ancora una volta al centro di una disputa legale con il governo degli Stati Uniti. Le udienze per esaminare la richiesta di ByteDance inizieranno a settembre, sollevando questioni cruciali riguardo alla costituzionalità della legge che impone la vendita di TikTok.
La legge in questione, nota come Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, è stata approvata con notevole celerità dai rami del Congresso degli Stati Uniti. Questa legge obbliga ByteDance a cedere il controllo di TikTok ad aziende o investitori statunitensi entro un massimo di 12 mesi, con la scadenza prevista entro il 19 gennaio 2025. Questa tempistica stringente è stata oggetto di contestazione da parte di ByteDance, che ha sostenuto che completare un disinvestimento di questa portata entro un periodo così breve sarebbe irrealistico per motivi tecnici, commerciali e legali.
Nel tentativo di bloccare l’applicazione della legge, ByteDance ha presentato una denuncia sostenendo che la legge viola il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. L’azienda cinese afferma che la legge impedisce la libertà di espressione e di impresa garantita dalla Costituzione.
Le udienze previste per settembre rappresentano una fase cruciale in questa battaglia legale. Il tribunale di appello del District of Columbia ascolterà le argomentazioni delle parti coinvolte, inclusi i rappresentanti di TikTok e del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Anche otto creatori di contenuti di TikTok, che hanno denunciato il governo statunitense, saranno chiamati a testimoniare.
Il processo si svolgerà con una certa rapidità, con il tribunale che ha pianificato una serie di scadenze per la presentazione di memorie e risposte da entrambe le parti. TikTok e il Dipartimento di Giustizia devono presentare le loro rispettive memorie entro giugno e le risposte entro agosto. Si spera che la sentenza finale possa essere emessa entro dicembre, consentendo alle parti coinvolte di prendere eventuali provvedimenti successivi, compresa un’eventuale rivisitazione della questione da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti.
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