Nel presente articolo intitolato Windows 11 24H2 Recall davvero sicura?, analizzeremo in dettaglio i recenti miglioramenti apportati da Microsoft alla funzionalità Recall di Windows 11, che dall’inizio di aprile è approdata nel canale Release Preview del programma Insider. La questione centrale è proprio questa: Windows 11 24H2 Recall davvero sicura? A fronte degli interventi sul fronte della sicurezza e della privacy, vedremo punti di forza, criticità da risolvere e scenari d’uso concreti.

Funzionalità evolute di Recall
La funzione Recall nasce per offrire un sistema di riconoscimento delle attività svolte sul PC, registrando schermate, testi e app utilizzate in background. Grazie al supporto biometrico di Windows Hello, la configurazione iniziale richiede una procedura guidata che abilita la cifratura automatica del database gestito tramite SQLite. Ogni snapshot delle sessioni viene quindi protetto in modo nativo, evitando che un attacco laterale possa estrarre dati non autorizzati.
Implementazione e crittografia del database
In Windows 11 24H2, il database locale di Recall è interamente criptato: durante l’installazione il sistema genera una chiave di cifratura univoca, che viene utilizzata per custodire anche i log e i snapshot delle schermate. Un filtro dedicato analizza le immagini catturate, tentando di rimuovere qualunque riferimento a dati sensibili (come credenziali inserite). Il sistema, tuttavia, non è infallibile: in alcuni casi, stringhe di password o dettagli di carta di credito possono comparire nei backup automatici, se l’utente non interviene manualmente prima di una transazione critica.
Modalità opt-in e autenticazione
A differenza della release originale, Windows 11 24H2 prevede un comportamento opt-in per l’attivazione di Recall: solo l’utente che, in fase di configurazione, accetta esplicitamente l’uso di Windows Hello potrà sfruttare la registrazione continua. L’opzione è tuttavia opzionale e riservata agli insider che scelgono il canale Release Preview. Chi volesse disabilitare o riattivare Recall successivamente potrà farlo tramite un semplice PIN, senza bisogno di ripetere il setup completo.
Limitazioni del filtro snapshot
Il cuore della protezione è il motore di filtraggio che analizza ogni singolo snapshot. Manipolato via Release e Preview, Recall monta un modulo sviluppato per riconoscere aree critiche nei contesti di utilizzo. L’integrazione con Copilot+ rende però possibile il salvataggio di elementi grafici e testuali non filtrati, soprattutto in assenza di un training aggiornato sul riconoscimento di nuove interfacce. La componente NPU dedicata accelera l’elaborazione, ma non sempre garantisce il risultato atteso.
Rischi per la privacy
Il controllo di Qualcomm, AMD e Intel sui chip NPU non assicura una completa tutela: in alcuni test il sistema ha registrato contenuti di chat effimere e sottotitoli provenienti da riunioni Teams. Il ricercatore Kevin Beaumont ha evidenziato che, nonostante la cifratura, la gestione dei permessi e la frequenza di scrittura su disco possono rivelare pattern comportamentali riservati. In tal senso, la funzionalità necessita di un ulteriore livello di autenticazione continua per prevenire accessi non autorizzati.
Impatto sulle prestazioni e autonomia
Il processo di cattura e memorizzazione delle sessioni introduce un carico computazionale significativo. In media, l’utilizzo di CPU e hardware dedicato sale di qualche punto percentuale rispetto alla versione base, influendo sulle prestazioni generali e sulla autonomia della batteria. Nei test interni, un notebook con batteria da 50 Wh ha mostrato un decremento fino a 30 minuti con Recall attivo, un dato che richiede ottimizzazioni per scenari di mobilità spinta.
Compatibilità hardware e software
Recall sfrutta sia le unità NPU integrate nei processori sia specifici driver sviluppati per Windows 11. Ogni modello di processore implementa un proprio SDK, fornendo API per il controllo delle risorse. Le versioni successive di driver permettono di bilanciare il consumo tra NPU e GPU, ma alcuni modelli più datati non supportano ancora tutte le funzioni avanzate del nuovo algoritmo di compressione e cancellazione, limitando l’efficacia su hardware legacy.
Confronto tra versioni e patch
Funzionalità | Versione 23H2 | Versione 24H2 | Note principali |
---|---|---|---|
Attivazione | predefinita | opt-in | Sono richiesti Windows Hello e PIN |
Crittografia database | assente | AES-256 | Protezione completa tramite chiave utente |
Filtraggio snapshot | non disponibile | automatizzato | Filtro di base per elementi riservati |
Supporto NPU | Qualcomm Snapdragon | Qualcomm, AMD, Intel | SDK unificati e driver aggiornati |
Impatto prestazioni | <5% CPU | fino a 15% CPU | Dipende dal carico di lavoro |
Benchmark prestazionali
Metrica | Senza Recall 24H2 | Con Recall 24H2 | Differenza |
---|---|---|---|
CPU (%) | 8 – 10 | 18 – 22 | +10 – 12 |
NPU (%) | 0 – 5 | 50 – 60 | +50 |
Memoria usata (GB) | 1,2 – 1,5 | 1,7 – 2,0 | +0,5 |
Durata batteria di base (h) | 7,5 | 7,0 | -0,5 |
Specifiche crittografia
Componente | Tipo crittografia | Finalità |
---|---|---|
Database locale | AES-256 | Protezione completa |
Log delle sessioni | SHA-256 | Integrità |
Backup automatici | In chiaro | Ripristino rapido |
Trasferimento cloud | TLS 1.3 | Protezione end‑to‑end |
Raccomandazioni e conclusioni
L’evoluzione di Recall in Windows 11 24H2 rappresenta un passo significativo verso una maggiore sicurezza, ma restano aperti interrogativi su gestione di storage, esposizione di metadati e possibili vulnerabilità di implementazione. I professionisti che trattano contenuti critici dovrebbero valutare l’utilizzo di questa funzionalità e disattivarla in scenari ad alto rischio. L’integrazione nel canale Release Preview lascia presagire l’arrivo di patch e aggiornamenti rapidissimi, ma è indispensabile monitorare costantemente l’evoluzione delle policy e dei modelli di backup per garantire la massima tranquillità.
Alla luce di quanto esposto, consigliamo un approccio cauto: attivare Recall solo dopo aver verificato le impostazioni di configurazione, testato l’interfaccia utente e compreso i limiti per ogni tipo di workload. Solo così sarà possibile sfruttare appieno le potenzialità di utente e dispositivo, mantenendo un equilibrio tra comfort e protezione.
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